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cantieri per le scuole o 5 idee per le scuole?
Le dichiarazioni di Renzi, sull’imponente
investimento per la scuola hanno scatenato una serie di riflessioni e proposte.
In una conferenza promossa dal PD scuola il 28.3.2014 si discute sul tema ed
emerge che l’architettura e il suo contributo a volte sembrano passare in
secondo piano. Lo stesso dicasi della pedagogia, che rimane un discorso
assolutamente secondario durante tutto il convegno, quasi fosse un elemento
successivo non incisivo nel processo di selezione e nella giustificazione
dell’impegno delle risorse. Emerge l’allarmante consapevolezza che la pedagogia
non sembra ancora la chiave di volta per leggere in chiave innovativa il tema
della trasformazione della scuola. Qui di seguito alcune riflessioni
pedagogiche.
1. Nei discorsi dei parlamentari si
rileva un’attenzione allo snellimento delle procedure per liberare i
finanziamenti da assegnare alle scuole per rimettersi a nuovo. Purtroppo basare
l’esecuzione lavori semplicemente su gare d'appalto, e nuo su concorsi di
progettazione si, sveltisce il processo, ma non conduce a risultati seri e
duraturi, operando a scapito del tanto sentito tema della sostenibilità e della
qualità della scuola. In questo senso la nostra proposta è di pensare a procedure
snelle, sì, ma anche spesse, ovvero di SPESSORE. È solo così che si può
configurare una nuova architettura dell'apprendimento, l'infrastruttura della
conoscenza, così come l’ha chiamata Roberto Reggi. La rigenerazione e
costruzione di scuole è una responsabilità che richiede l'impegno sia dei
soggetti vicini alla scuola, sia di quelli dentro alla scuola, ma innanzitutto
una responsabilità politica che ne garantisce la qualità. I buoni esempi di
architettura per l’apprendimento realizzati in Provincia di Bolzano dovrebbero diventare
un diritto alla qualità per tutti. Sono un esempio per un buon utilizzo delle
risorse e con procedure di qualità della progettazione.
2. Se si rendono i finanziamenti
disponibili, è importante saper spendere bene. Puntare sulla
qualità degli investimenti, e non sulla quantità significa assumersi la
responsabilità per i luoghi dell’educazione e della formazione, non "punti
di erogazione" come descritti dai politici, ma come elementi centrali
della vita sociale ed economica di un paese, segno di civiltà e d’impegno sul
servizio pubblico. In questo senso è importante rivalutare la funzione del
dirigente scolastico, come segnalato dal Presidente ANDIS, Sono loro che hanno la
dimensione dello spaccato della realtà scolastica. Sono loro che possono
denunciare l’errore di continuare a puntare sulle gare d'appalto al massimo
ribasso, che segnalano l’inutilità delle igenti spese destinate alle misure
antiincendio, con un rischio concreto di incendio bassissimo. A loro deve
essere data la resposabilità degli interventi sistematici e ponderati.
3. Riconfigurare la scuola come centro civico,
come indica il senatore Ferrara, significa darle nuova vita e aprirla al
territorio, ai cittadini. Interessante anche la proposta di mappare le esigenze
reali di una scuola che si rinnova, quindi di coinvolgerla attivamente nel
processo che ridisegna il suo assetto, responsabilizzandola sin da subito nel
definire bisogni e richieste. Come ben descritto da Legambiente, infatti, c’è
bisogno di riflettere su quali sono le scuole che ci servono per il 21 secolo. La
scuola non è velocità. È sedimentazione. Solo ragionare sul numero di alunni
per classi è un argomento critico durissimo che stride con i temi della
sicurezza, del benessere e della sostenibilità. Riceve tutto il nostro consenso
la segnalazione di Adriana Bizzarri di Cittadinanza Attiva della necessità di investire
sui cortili delle scuole. Puntiamo al loro miglioramento per le attività
motorie, sportive e ricreative. Ma pensiamo anche allo spazio mensa, la pancia della scuola, il luogo degli incontri e degli sguardi, della socialità a grande gruppo e dove la dimensione assiologica (il riferimento ai valori) deve ritrovare la sua forza e la sua dimensione. Questi sono argomenti che riconfigurano la scuola come centro
civico ma che delineano una modalità nuova per pensare al benessere dei suoi abitanti.
4. Se si vuole davvero investire sulla
scuola è fondamentale ragionare non solamente sull’hardware che la informa, ma
sul software che la fa funzionare, pensare al ruolo della didattica e della
pedagogia nel discorso sulle scuole e non solo al suo involucro.
Ridisegnare la scuola significa offrirle un software
pedagogico di qualità e spessore. Ci sono modo diversi per concepire la
formazione insieme ai suoi luoghi, e confidiamo con il rappresentante dei
Giovani Democratici nel fatto che la scuola debba essere reinventata a partire
dalla creazione di nuove professioni che sappiano riqualificare il mondo.
Il ministero ha insediato un’unità di missione, parola che speriamo
non evochi ipotesi di missioni impossibili, che avrà il compito di mettere
insieme tutti i soggetti detentori di risorse, ministero infrastrutture, miur,
mef, ecc. Per mappare le risorse e per offrire (con l’aiuto di esperti,
architetti e tecnici) modelli di progettazione che interpretino le Linee Guida
per l’Architettura Scolastica del MIUR 2013, utili per tutti coloro che non
hanno un know how. Si auspica vivamente che anche i pedagogisti e i soggetti della scuola possano contribuire al dibattito.
5. È necessario procedere a una nuova
definizione della scuola proprio a partire da un nuovo vocabolario per
descriverla. Osserviamo
la scuola con il binocolo rovesciato! Si allunga la prospettiva e si allontana
l’orizzonte. Spogliamola della retorica che le gira intorno e diamole
indicazioni concrete. Passiamo da un approccio prescrittivo a un modello
prestazionale e culturale. Diamo concretezza alle pedagogie del dire, per una
scuola del fare e dell’essere.
Per
trasformarsi la scuola ha bisogno di un nuovo vocabolario, di soggetti
consapevoli e di un processo condiviso.
Anziché di edilizia scolastica parliamo di architettura per l’apprendimento
Non ristrutturazione, ma trasformazione della scuola
Non ristrutturazione, ma trasformazione della scuola
Da sostenibilità a coscienza e responsabilità
Non sicurezza ma benessere
Da emergenza a opportunità-occasione
Non più barriere architettoniche ma accessibilità e libertà di movimento
Non più semplicemente a norma, ma di qualità
Più che di procedure snelle, proponiamo procedure spesse, o di spessore
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