Abitare luoghi belli curati nelle scuole
e nei nidi d’infanzia che seguono il Reggio Approach è una condizione
essenziale per l'educazione. Secondo il loro fondatore, Loris Malaguzzi,
infatti, organizzare lo spazio significa organizzare la metafora della
conoscenza: piccoli gesti per rendere quotidiane le rivoluzioni. Lo spazio è un
linguaggio e quindi elemento costitutivo della formazione del pensiero. Per
questo le scuole del Reggio Approach diventano laboratori permanenti di ricerca
sul tema dello spazio e dell'educazione.
La lezione del Reggio Approach ha fatto scuola nel mondo ed
è un apripista per l’innovazione delle didattiche e delle soluzioni progettuali
sugli ambienti formativi.
In particolare conviene soffermarsi su alcune indicazioni offerte
da Maddalena Tedeschi, bravissima coordinatrice pedagogica della scuola annessa
al Centro Internazionale Loris Malaguzzi:
- Scuola come comunità in apprendimento
- Democrazia di sguardi
- Punti di vista diversi sulle cose e sui luoghi da abitare
- Ibridazione degli spazi che appartengono al nomadismo della scuola
- Ambienti unitari minimi, che consentono aperture sia in orizzontale sia in verticali
- Interconnessioni tra classe e centro
Sono
riflessioni che connettono intimamente pedagogia ed architettura e che offrono
nuove letture del modo di fare e pensare la scuola: Comunità, democrazia,
pluralità, nomadismo, apertura, connessione… tutti principi pedagogici condivisi
ma ancora troppo poco vissuti, troppo poco visibili e concreti.
La
frase di Malaguzzi: “La scuola ha diritto a un suo ambiente ai suoi spazi e
alle sue concettualizzazioni” mette in dialogo pedagogia e architettura in un
discorso che non è mai dato per sempre ma che deve continuamente essere
ridefinito, negoziato, elaborato, descritto e rivisto. La qualità della conoscenza
si ricerca anche nella qualità dello spazio e degli oggetti. L’attenzione alla
bellezza dei pensieri, delle azioni e delle cose si concretizza in una estetica
dell'apprendimento che affascina tutti noi.
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