martedì 11 giugno 2013

IL GUSTO DELLA SCUOLA


La mia Brava tesista Desiree O. in un questionario ai bambini tra le diverse domande chiedeva “se la scuola avesse un gusto”? la domanda mi è rimasta impressa… perché non usare anche metafore per descrivere la propria esperienza scolastica, perché non accostare alle nostre riflessioni i cinque sensi, che ci raccontano dei nostri ricordi, delle nostre sensazioni ed emozioni, dei vissuti che ci hanno scolpito e sulla base dei quali costruiamo il nostro futuro.
Il gusto della scuola… dolce, salato, aspro, amaro… già troppo generico, il pensiero è già quasi astratto, spesso diventa un concetto “esperienza dolce-amara”, “momenti aspri” ecc..

Se invece penso a qualcosa di concreto mi viene in mente la cosiddetta "michetta" o "rosetta" il pane più semplice che ci davano a scuola allora, là dove vivevo sul Lago Maggiore, bianco, vuoto dentro, ne duro ne morbido, quasi insipido. Lo stesso gusto della mia esperienza di scuola, semplice, tranquilla, a volte un pò insipida e vuota, che si colorava un pò di più quando ci mettevo (e a volte nascondevo) dentro qualcosa io…

Il gusto della scuola in realtà consente interessanti giri di parole: a scuola con gusto, una scuola di gusto, scuola per tutti i gusti. Questo è un po’ lo slogan delle scuole del futuro.

A scuola con gusto dove si ha piacere di andare e dove non si perde il gusto di apprendere. Ricordiamo che conoscere, cercare, capire il mondo è una caratteristica a noi connaturata, un bisogno fondamentale dell’individuo, che nessuno può cambiare… certamente invece ciascuno può decidere di  cambiare il luogo e il modo in cui avviene. Si impara con gusto là dove l’appetito non scompare, dove al pensiero viene l’acquolina in bocca…
Una scuola di gusto dove l’attenzione all’estetica non è un dettaglio, dove l’organizzazione degli spazi è un’arte, dove l’architettura ha il suo perché e vuole offrire il suo linguaggio formativo e culturale. Una scuola di gusto perché pensata ad ampio raggio come unità di spazio e ragionamento, pensiero pedagogico e soluzione architettonica. La forma concreta di una idea e di una proposta formativa.
Scuola per tutti i gusti dove l’apprendimento è al centro, e dove ciascuno dunque cerca le proprie vie per conoscere, nella piena consapevolezza che siamo tutti uguali e tutti diversi. Una scuola laboratorio, luogo di sperimentazione e del fare, luogo di ricerca e di cultura, in cui il gusto che prova ciascuno nel proprio personale percorso di ricerca è rispettato, sostenuto e guidato.

E la vostra scuola che gusto ha?

1 commento:

  1. Ben arrivata nella blogospfera Beate! E con un prodotto di "gusto"!
    Mi piace molto questo filone di ricerca che intreccia pedagogia, didattica, spazi di vita, progettazione, qualità della vita...perchè la scuola è vita e la vita è scuola...e non ha senso delimitare con stretti confini i due spazi...
    Infine siamo sempre a parlare di spazi, perchè l'apprendimento è una graduale conquista dello spazio di libero movimento...in senso sia fisico che psicologico.
    Uno spazio che va progettato affinchè questa conquista possa essere sempre più autonoma e sempre meno etero-diretta...
    Uno spazio in cui stare bene, in cui muoversi, spostarsi, confrontarsi, entrare ed uscire, fare e pensare, studiare e giocare...
    Uno spazio che sia rimodulabile, a seconda delle esigenze, uno spazio in cui i bambini possano trovare i loro segni e i loro vissuti.
    Uno spazio che prima di tutto deve risiedere nelle menti degli adulti che progettano i percorsi di apprendimento!
    Grazie ancora per queste condivisioni e queste riflessioni.
    francesca

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